«Due Rome sono cadute (quella di Pietro e di Bisanzio)» scriveva all'allora granduca moscovita Vasilij III. «La terza (Mosca) rimane salda e non ve ne sarà una quarta». Da allora l'ideologia imperiale cristiana centrata su Mosca ha fatto molta strada, supportata dall'autocefalia de facto dell'ortodossia russa avvenuta già nel 1448, tuttavia formalizzata de iure dal Patriarca di Costantinopoli Geremia II Tranos solamente nel 1589. Vi furono tuttavia altri luoghi russi che vennero associati a Roma: già prima di Mosca, Tver e Novgorod; successivamente, all'inizio del XVIII secolo, anche San Pietroburgo.
Ma l'idea della translatio imperii deve essere intesa come una semplice ideologia propagandistica, del periodo bizantino, zarista ma anche del sovietismo, o nasconde un significato simbolico più elevato, metafisico?
Uno Zar che diede molta importanza a Mosca come nuova Gerusalemme fu, apparentemente, Boris Godunov, dapprima reggente de facto di Russia (1585-1598) e successivamente primo Zar (1598- 1605) non discendente dalla dinastia Rurik (la prima grande dinastia di regnanti russi, prima dei Romanov che regnarono successivamente per tre secoli circa (1613-1917)). Godunov volle creare, non riuscendo a completare il progetto, un nuovo Santo Sepolcro all'interno del Cremlino, su immagine di quello di Gerusalemme. Una teoria intrigante, in proposito, è quella proposta da Alexei Mikhailovich Lidov, storico dell'arte e bizantinista russo, secondo il quale la famosa cupola a forma di cipolla, che si ritroverà poi in numerose opere architettoniche moscovite, non ebbe un'ispirazione tatara, persiana o indiana, bensì era intesa a replicare la cupola del ciborio del Santo Sepolcro a Gerusalemme, nella forma che essa ebbe a partire da metà dell'XI secolo circa, proprio per rimarcare l'idea di Mosca come nuova Gerusalemme e, più in generale, della Russia come nuova Israele e luogo del secondo Avvento o Parusia.
L'idea di Mosca come Terza Roma conteneva in sé un doppio significato, come già era accaduto all'idea di Costantinopoli come Seconda Roma: da un lato rifletteva la continuità spirituale attraverso Bisanzio, dall'altro rifletteva la continuità politica ed imperiale dell'oramai defunto impero bizantino. Caduta Bisanzio, Mosca divenne essa stessa la continuatrice spirituale di Gerusalemme, da un lato, e la continuatrice imperiale di Roma, dall'altro. Aveva quindi un doppio collegamento e ruolo, come già Roma e Bisanzio: metafisico e fisico, spirituale e politico. Caduta Costantinopoli, per i russi la chiesa più importante non fu più Santa Sofia ma divenne la Chiesa della Resurrezione (Basilica del Santo Sepolcro) di Gerusalemme. Non fu un caso che il già citato patriarca Nikon, nel 1656, costruì vicino Mosca un monastero che chiamò "Nuova Gerusalemme", noto anche come monastero della Resurrezione, costruito ad immagine di quello di Gerusalemme. La profanazione di Gerusalemme da parte dei saraceni, la definitiva vittoria sul dominio tataro in territorio russo (1480) e la caduta di Costantinopoli (1453), favorirono probabilmente nel pensiero russo quest'idea della traslazione a Mosca di una novella Gerusalemme.
Facendo riferimento a Mosca come "quarta Gerusalemme", includiamo anche Roma come luogo spirituale di rilievo globale e succeduto a quello israelitico. Con ciò, ci riferiamo ad una translatio eminentemente di luogo, e nello specifico di luogo di influenza spirituale, con un proprio definito genius loci, e non invece ad una sede centrale di una o più religioni; ci riferiamo, quindi, ad una visione strettamente metafisica, esoterica, e non religiosa ed exoterica. L'importanza di idee innanzitutto metafisiche quali Fas e Ius e della valenza spirituale del mos maiorum nell'antica Roma è spesso, purtroppo, sottovalutata dagli studiosi mancanti di un'adeguata comprensione della metafisica tradizionale, la quale va al di là delle singole manifestazioni religiose succedutesi nel tempo e nello spazio.
È in tale prospettiva che va visto, a nostro avviso, il tentativo di avvicinamento in atto tra la Chiesa cattolica e quelle ortodosse in ambito cristiano le quali, pur sottolineando la sinodalità ed il primato onorario di Roma, risentono sempre più del "peso spirituale" di Mosca e della sua influenza sull'atteggiamento geopolitico adottato dal Governo russo. Tentativo che già avvenne con il Concilio di Firenze del 1438-1439 e la connessa bolla papale di Eugenio IV, Laetentur Coeli, che affermavano l'avvenuta riconciliazione delle Chiese cristiane d'Oriente e d'Occidente. Questo Concilio, per quanto non ebbe poi effetti concreti, fatto salvo l'avvicinamento alla Chiesa cattolica di milioni di ucraini e bielorussi con l'accordo di Brest-Litovsk (1596), tuttavia fu determinante per la nascita del Rinascimento fiorentino: fu infatti proprio per il Concilio del 1438 che Giorgio Gemisto Pletone, come consigliere dell'imperatore bizantino Giovanni VIII, venne a Firenze, assieme ad altri studiosi quali Bessarione.
Daniele Dal Bosco
Fonte: Centro Studi La Runa
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