Renzi, terzo incomodo tra Frau Merkel e Hollande

© REUTERS / Remo CasilliMatteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande
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Al vertice recente di Berlino Frau Merkel e il presidente Hollande hanno fatto a meno di Matteo Renzi, escludendolo dal summit europeo. Dopo Brexit pare ridefinirsi una nuova Unione europea, dove Renzi è il terzo incomodo e l’Italia non ha voce in capitolo.

Dopo il simbolico vertice a Ventotene sembrava che avesse preso il via un nuovo trio europeo, inclusa l'Italia nella cabina di regia, ma il summit di Berlino del 28 settembre dimostra che Germania e Francia non ne vogliono proprio sapere.

© Foto : fornita dall'Ufficio Stampa di Fabio Massimo CastaldoFabio Massimo Castaldo
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Fabio Massimo Castaldo

Angela Merkel ha in pugno, più di prima, l'Europa, dove l'Italia fatica a ritagliarsi dello spazio. Com'è vista l'Italia dall'esterno e dai politici europei? Che misure vanno intraprese perché l'Italia abbia un peso rilevante in Europa? Sputnik Italia ne ha parlato con Fabio Massimo Castaldo, portavoce del Movimento 5 stelle al Parlamento Europeo.

— Al vertice europeo a Berlino della Merkel e Hollande Renzi non è stato invitato. Fabio Massimo, come si può interpretare questa situazione, è un segnale importante?

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Al di là del singolo caso, non è una novità. Penso che Renzi si fosse illuso che con l'uscita della Gran Bretagna il suo governo potesse assurgere a terzo grande pilastro e interlocutore all'interno dell'Unione europea. La volontà di Renzi era di recuperare quella dimensione strategica all'interno dell'Unione sperando che i francesi e i tedeschi volessero condividere con lui la cabina di regia.

La realtà è ben lontana da tutto ciò, da un lato l'asse franco-tedesco con l'uscita della Gran Bretagna si è rafforzato ulteriormente ed ha conseguito un maggiore peso specifico. Dall'altro lato l'esecutivo di Renzi non è credibile come non lo è mai stato nel corso di questi anni. Renzi è vittima della sua stessa "annuncite", più volte ha assunto posizioni ondivaghe, già l'anno scorso ha avuto una crisi nel suo rapporto con Juncker, poi è passato ad un europeismo abbastanza acritico durante la crisi della liquidità greca, sperando di ingraziare così l'intellighenzia europea.

Dopo questo mancato invito al vertice europeo, che approccio avrà Renzi all'Unione europea a tuo avviso?

Oggi torna a fare la voce grossa, evidentemente per recuperare consenso in vista dell'appuntamento referendario.

Le cose non cambieranno, al momento non ha nemmeno una capacità aggregativa: non c'è alcun Paese oggi che segua la linea dell'Italia. Renzi dovrebbe avere il coraggio di mettere in essere le scelte più coraggiose, per esempio esercitare il veto al rinnovo delle sanzioni alla Russia. Questo Renzi però non lo farà mai, perché più volte si è palesato il fatto che è completamente asservito alle logiche del più forte e alle pressioni che arrivano d'oltreoceano.

Che passi dovrebbe intraprendere l'Italia per avere un peso più rilevante nell'Unione europea secondo te?

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L'Italia dovrebbe capire che su tutte le decisioni le quali prevedono l'unanimità, ha comunque un potere di veto. Le sue ragioni vengono costantemente schiacciate in favore di ricette macroeconomiche, ci stanno massacrando e mettendo in ginocchio con l'austerità. Le ragioni italiane vengono schiacciate in favore di scelte politiche contrarie al buon senso e ai nostri interessi. Potrei citare l'esempio delle sanzioni alla Russia, ma potrei ricordare anche che è stato tollerato ai Paesi di Visegrad il fatto che abbiano rifiutato di accettare i migranti, come spettava loro dalla ripartizione in quote. Potrei citare il mancato rispetto da parte della Germania delle regole fondamentali con l'eccesso di saldo sulla bilancia commerciale, il saldo attivo prodotto equivale al Pil del Belgio, tanto per intenderci.

Se gli altri non rispettano le regole come la Germania, l'Italia potrebbe esercitare più pressioni politiche su diverse questioni, come le sanzioni alla Russia imponendo agli altri di sedersi al tavolo e trattare. Come dicevano gli antichi romani: "perdona un'offesa, ne riceverai altre cento".

Dopo Brexit quindi secondo te c'è il rischio che si rafforzi l'egemonia tedesca?

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In realtà è già così, perché la Francia non è più quella di una volta, è un'economia in grande difficoltà, geopoliticamente sta perdendo terreno ed è diventata lei stessa sempre più schiacciata. Se prima potevamo parlare di un asse franco-tedesco, oggi parliamo di un asse tedesco-francese, perché il punto di riferimento economico e sempre più anche politico è la Germania. Hollande si pone come un vice cancelliere tedesco, più che come presidente della Repubblica francese.

Brexit rafforza la Germania perché, viene meno un contrappeso che, pur nella sua peculiarità, rappresentava un'economia forte e un Paese con un peso geopolitico notevole. O l'Italia riuscirà ad aggregare un asse mediterraneo per fare minoranza di blocco, oppure la Germania sarà sempre più preponderante.

I media italiani parlano sempre di crescita economica. Nei corridoi dell'Europarlamento invece che atmosfera si respira, com'è vista l'Italia dai politici europei?

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Ovviamente c'è molta preoccupazione, la narrativa renziana funziona soltanto nei giornali vicini al governo. Anche quest'anno le stime mostrano un ribasso, il deficit continua a crescere più del previsto. La riforma della pubblica amministrazione e il taglio della spesa pubblica sono ben lontani. Si guarda all'Italia con preoccupazione, la mancanza di queste riforme si riflette sul peso che ha il nostro Paese nel consesso europeo.

L'Italia è ancora vista come un Paese non affidabile, un Paese più "pecora nera" che un esempio da seguire. Questo non cambierà finché non ci sarà un governo deciso e slegato da una logica affaristico imprenditoriale. Mi fa sorridere sentir parlare oggi Renzi del ponte sullo Stretto di Messina, mentre le indagini Istat testimoniano che ci sono 8 milioni di italiani sotto la soglia di povertà. Il governo dovrebbe pensare a queste persone.

Si ha l'impressione che l'Italia debba seguire istruzioni tedesche e americane. Che cosa fareste voi al governo per ottenere una maggior autonomia politica?

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C'è effettivamente quest'impressione. Nei confronti della Germania la battaglia è in primis di ordine economico, bisogna pretendere che Paesi come il nostro escano dalla gabbia dell'austerità e che venga fatta una multa alla Germania per il surplus commerciale.

C'è da fare minoranza di blocco assieme agli altri Paesi mediterranei, riconfigurare le nostre relazioni diplomatiche internazionali per avere rapporti costruttivi con i Paesi del nostro vicinato. Nel confronto degli Stati Uniti è necessario rivendicare un ritorno della NATO immediatamente al suo ruolo esclusivamente difensivo e non come strumento delle ambizioni geopolitiche statunitensi.

L'opinione dell'autore può non coincidere con la posizione della redazione.

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