Il portavoce ufficiale del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov ieri ha reso noto che la Coalizione internazionale ha attaccato l'esercito siriano vicino alla città di Deir ez-Zor, uccidendo 62 soldati siriani e ferendone altri 100.
Il Pentagono ha espresso il suo rammarico per l'incidente, precisando di essere all'oscuro della presenza delle truppe siriane nella zona dei bombardamenti.
Secondo Hafsa Kara-Mustapha, giornalista e analista politico delle questioni mediorientali, è escluso che possa trattarsi di un errore.
«La coalizione dispone di attrezzature e tecnologie che gli consentono di verificare quasi al cento per cento chi è chi» ha spiegato l'esperto.
Egli ha evidenziato che la condotta degli USA nella regione porta vantaggi solo al Daesh e, oltre a peggiorare la crisi siriana, aumentano la sfiducia di tutti verso tutti.
«Gli USA hanno continuamente violato ogni sorta di accordo per il Medio Oriente e sono proprio loro i responsabili per tutto il caos nella regione» ha detto Hafsa Kara-Mustapha.
Lo stesso punto di vista è condiviso da Tim Anderson, esperto di politica ed economia internazionali della University of Sydney.
«Gli attacchi aerei della Coalizione internazionale sulle truppe siriane hanno seriamente compromesso o addirittura distrutto le basi per la cooperazione internazionale in Siria e potrebbero portare a un'escalation del conflitto» ha precisato Anderson.
Anche l'esperto australiano nutre forti dubbi sul carattere accidentale degli attacchi e fa notare che c'è qualcosa di strano in questa operazione che avalla, in maniera velata, i sospetti contro gli USA.
«Il Daesh e le truppe siriane si scontrano in questa zona da molto tempo e gli USA non sono mai intervenuti, per esempio per ostacolare le manovre del Daesh verso ovest, quindi questa è stata una mossa inattesa» ha sottolineato Anderson.