In Russia il 64% degli intervistati ha valutato la qualità della vita nell'Unione Sovietica migliore. In Ucraina sostiene questa idea il 60% degli intervistati, mentre le più alte percentuali di nostalgici della vita nell'Urss si registrano in Armenia (71%) e Azerbaigian (69%). Gli intervistati tra quelli che non ricordano la vita in URSS, di età compresa dai 18 ai 24 anni, ritengono al contrario che la vita è migliorata dopo il crollo dello Stato sovietico. In Russia la pensa in questo modo il 63% dei giovani intervistati.

I dati sono stati ottenuti in base alle rilevazioni condotte dalle società di ricerca VTsIOM, M-Vector, GFK Kazakistan, Moreinfo e Qafqaz in 11 Paesi dell'ex URSS su commissione dell'agenzia stampa e radio Sputnik.
In quasi tutti i Paesi, la maggior parte delle persone di età superiore ai 35 anni ritiene che in Unione Sovietica si viveva meglio: in Armenia i nostalgici sono al 71% contro il 23%, in Azerbaigian 69% contro 29%, in Russia 64% contro 28%, in Kazakistan 61% contro 27% in Ucraina 60% contro 23% in Kirghizistan 60% contro 30%, in Bielorussia 53% contro 28%, in Georgia 51% contro 46%. Solo i cittadini di Tagikistan (39% contro 55%) e Uzbekistan (4% contro 91%) oltre i 35 anni ritengono migliore la vita dopo il crollo dell'Urss.
Gli intervistati (fino a 25 anni) che sono nati dopo o poco prima del crollo dell'Unione Sovietica sostengono che si viva meglio ora: in Armenia 48% contro 47% in Kirghizistan 48% contro 37% in Kazakistan 56% contro 35%, in Bielorussia 57 % contro 34%, in Georgia 79% contro 20% in Ucraina 39% contro 18%, in Russia 63% contro 25%, in Azerbaigian 68% contro 14%, in Tagikistan 84% contro 13% e in Uzbekistan 89% contro 5%.