Non sembra sia il caso di Donald Trump che appare essere talmente benestante da essersi finanziato da solo la campagna per le primarie. Ora che il partito Repubblicano l'ha finalmente nominato suo candidato ufficiale, bisognerà vedere se le sue disponibilità economiche saranno in grado di sopportare anche le spese per la lotta finale contro Hillary Clinton. Di certo il Partito, o almeno quella parte che accetterà il verdetto della Convention, contribuirà con uomini e mezzi e non tutto rimarrà sulle personali spalle del magnate. Per capire i possibili condizionamenti che, se eletto, Trump potrebbe subire, occorrerà però vedere quanto sarà donato per la campagna e soprattutto chi saranno i nuovi finanziatori.

Primo: il suo linguaggio da bar è lo stesso che sta avendo successo anche nella nostra "evoluta" Europa e descrivere la realtà adattandosi agli orizzonti mentali dei propri ascoltatori è il modo più diretto per ottenere il loro consenso. Trump approfitta, così come Sanders che lo faceva tuttavia in modo più "evoluto", dei sentimenti anti-sistema sempre più diffusi e si pone come l'alfiere di un rinnovamento che, nel caso americano, coincide anche con l'insofferenza verso le "dinastie" (i Kennedy, i Bush, ora i Clinton).
Terzo: di là delle dichiarazioni molto "colorite" e provocatorie enfatizzate dalla stampa, cosa che comunque ha contribuito a dargli costante visibilità, il programma elettorale del miliardario è molto più concreto e a "sinistra" di quello della Clinton.
Anche la sua polemica sugli ingressi illegali dal Messico è giustificata con la lotta contro il lavoro nero, diffusissimo negli Stati del Sud, che, costando meno, mette fuori mercato i lavoratori americani.
Per quanto riguarda le sue proposte fiscali, poco menzionate ma centrali nel suo discorso, sono più vicine alle posizioni tradizionali del partito nell'ipotizzare una generale riduzione delle tasse che sarebbero limitate a tre scaglioni. Aggiunge però una detassazione totale per redditi fino a 25.000 dollari (50.000 per le coppie) e un aumento delle aliquote per quelli superiori ai 300.000. Inoltre prevede una maggiore imposizione sui redditi da capitale e uno scudo per il rientro degli stessi.
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