Si tratta, a ben vedere di una dichiarazione di guerra. Dichiarazione preventiva, sotto forma di un impegno collettivo ad aggredire la Russia in un tempo indefinito, ma prossimo. "A meno che"….. la Russia non accetti di "cambiare corso".
Il testo, al paragrafo 15, dice esattamente così: "Siamo dispiaciuti che, nonostante i ripetuti appelli degli Alleati e della comunità internazionale, a partire dal 2014, affinchè la Russia cambiasse corso, non esistano attualmente le condizioni per una relazione. Il carattere dei rapporti dell'Alleanza con la Russia e le possibilità di una cooperazione saranno dipendenti da un chiaro, costruttivo cambiamento delle azioni della Russia, che dimostrino l'accettazione delle leggi internazionali e dei suoi obblighi e responsabilità internazionali. Fino a quel momento noi non potremo ritornare al <business as usual>".
Il punto di partenza, l'assunto che regge il documento, è contenuto nel paragrafo 5, là dove si cerca di descrivere le "azioni aggressive" della Russia. Qui si può leggere una lunga serie di bugie vere e proprie, di distorsioni dei fatti, di accuse platealmente infondate o non documentate, in cui tutti gli eventi indicati — vicini e lontani — servono a mettere la Russia sul banco degl'imputati. Tra tutti spicca l'accusa alla Russia di aggressione verso l'Ucraina e la successiva "annessione" della Crimea. Qui il rovesciamento della verità, storica e cronachistica, raggiunge vette clamorose. Il nero (nazista) diventa bianco. È evidente che i firmatari (tutti, inclusa la Turchia, che ha armato e sostenuto il terrorismo del cosiddetto Stato Islamico. Ma, come sappiamo, parecchi tra i presenti a Varsavia hanno partecipato alla mostruosa operazione contro la Siria e, prima, contro la Libia, e ancor prima, contro l'Iraq e, ancor prima, contro la Yugoslavia) sanno perfettamente di sottoscrivere il falso.
L'opinione dell'autore può non coincidere con la posizione della redazione.