Mesi dopo la caduta del dittatore si scoprì che erano solo fandonie create ad arte ma, nel frattempo, credendo a quelle "evidenze" le opinioni pubbliche occidentali, spaventate, appoggiarono le decisioni di guerra dei loro Governi.
Qualcosa di simile era già successo in occasione della guerra contro la Serbia. I giornali europei e americani sventolarono una marea di fotografie aeree che mostravano presunte fosse comuni ove i serbi avevano seppellito alla rinfusa centinaia di poveri e indifesi kossovari. Anche in quel caso il tutto si rivelò una bufala, ma solo alla fine del conflitto. I medici legali di varie nazionalità, inviati sul posto per raccogliere le evidenze dei crimini commessi, dovettero scrivere nel loro rapporto che quasi tutte le "fosse" erano in realtà solo della terra smossa e nessun cadavere vi era stato seppellito: solo poche di loro rivelarono dei corpi. Anche per quelle comunque era impossibile stabilire se veramente si trattasse di kossovari o piuttosto di serbi e che, molto probabilmente, la loro morte andava fatta risalire a dopo l'inizio dei bombardamenti.
Quando leggo o sento qualche politico parlare della minaccia che la Russia di oggi rappresenta per l'Europa, mi viene il sospetto di essere di fronte a un caso siffatto. Putin si prepara a invadere gli Stati dell'ex Patto di Varsavia? L'aggressione contro l'Ucraina e l'"occupazione" della Crimea sono solo il banco di prova? Abbiamo a che fare con un dittatore senza scrupoli assetato di potere? La Nato (compreso Erdogan?) è ancora il solo baluardo della democrazia a tutela del "mondo libero"? Anche in Siria?
Di certo, sia la Nato sia la Russia stanno aumentando le manovre militari ai rispettivi confini e crescono in modo preoccupante le occasioni di "incontri ravvicinati" con il rischio che sfuggano al controllo. Non è chiaro, però, se siano l'espansione della Nato e le sue manovre a causare una risposta russa o, viceversa, se siano le "provocazioni" di Mosca a imporre una reazione della Nato con la conseguente necessità di "accerchiare" quel Paese in via preventiva.
Il nuovo comandante delle forze militari dell'Alleanza Atlantica, Curtis Scaparrotti (nome italiano ma nazionalità tutta americana), afferma che il nostro nemico è "una risorgente Russia che sta sforzandosi di riproporsi come una potenza mondiale".
Obama dice "Noi manteniamo un dialogo aperto e cerchiamo collaborazione con la Russia, ma vogliamo anche essere sicuri di essere preparati e forti e vogliamo incoraggiare la Russia a mantenere le sue attività militari in accordo con gli impegni internazionali".
Ovviamente tutti speriamo che soltanto di deterrenza si tratti quando s'inviano navi da combattimento americane in "crociera" nel mar Baltico e ci si lamenta che aerei russi passino "pericolosamente" vicini. Di certo, di deterrenza in deterrenza ci troviamo di fronte a una escalation di armamenti e di reciproche provocazioni che avevamo pensato appartenere solamente al passato. Ma la guerra fredda non era finita?
Se, comunque, di semplici "avvertimenti" si tratta, fino a quando si continuerà in questo modo? Siamo davvero sicuri che, in tutto questo spiegamento di forze e di accuse reciproche, non possa succedere un qualche incidente di cui ognuno si affretterà a riversare la colpa sull'altro? Chiunque puo' immaginare quali sarebbero le conseguenze.L'opinione dell'autore può non coincidere con la posizione della redazione.
Se anche i russi volessero davvero riappropriarsi degli Stati dell'ex Patto di Varsavia non potrebbero permetterselo. La crisi economica interna, l'arretratezza delle infrastrutture e, complessivamente, dei suoi armamenti non consentono loro nessuna guerra offensiva contro la Nato o uno qualunque dei suoi membri. Al contrario, però, una guerra difensiva la Russia potrebbe benissimo affrontarla: il territorio è talmente vasto e il suo popolo così patriottico che tutti i tentativi di sottometterla negli ultimi due secoli sono falliti.
La Russia è, salvo gli Urali e il Caucaso, un'immensa pianura senza confini naturali. Sia Napoleone sia Hitler hanno dilagato in quelle terre in un batter d'occhio ed è comprensibile che qualunque Governo russo pretenda che i Paesi confinanti non costituiscano un pericolo per la propria sicurezza. Ovviamente, essendo la Nato un'organizzazione militare di cui la Russia non fa parte, estenderne la partecipazione ai Paesi che la circondano non può essere visto da Mosca come un atto amichevole.
Sta mentendo? Sarebbe assurdo perché ciò che dice corrisponde esattamente a quello che, molto razionalmente, costituisce l'interesse di quel Paese.
Invece di dare retta a chi continua a sventolare un presunto pericolo Russia, io credo piuttosto alle parole di Henry Kissinger, l'ultimo grande esperto di politica internazionale che ha guidato la politica estera americana dopo la seconda guerra mondiale:
"La Russia dovrebbe essere vista come un elemento chiave per qualsiasi equilibrio globale, piuttosto che come minaccia per gli Stati Uniti". Se lo dice colui che aveva riallacciato rapporti diplomatici con la Cina Popolare proprio per contrastare l'Unione Sovietica durante la guerra fredda, non si può certo sospettarlo nè d'ingenuità nè di "intesa col nemico".
Per noi europei sarebbe ora di sottrarci all'influenza nefasta di qualche nostalgico dottor Stranamore e guardare con disincanto e realismo a quelli che sono i nostri veri interessi. C'e' qualcuno a Roma e a Bruxelles e, magari, a Washington che ha ancora un po' di carattere e di buon senso?
di Dario Rivolta, già deputato, è analista geopolitico ed esperto di relazioni e commercio internazionali
Fonte: notiziegeopolitiche.net
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