
— Quali ostacoli vede al superamento delle sanzioni?
— Fino a quando da Bruxelles e Washington si continuerà a dire che la Russia deve rispettare gli impegni presi a Minsk, mentre sanno benissimo entrambi che la Russia non fa parte di quegli accordi, vedo delle difficoltà. La Russia è come la Francia o la Germania, sostiene una determinata azione politica e può cercare di fare pressioni sulle parti, cioè sulle Repubbliche di Lugansk e Donetsk da un lato e su Kiev dall'altro, per raggiungere un equo punto di contatto.
— Quanto pesano le pressioni americane sull'UE per il mantenimento delle sanzioni alla Russia?
— Da diplomatico è difficile rispondere a questa domanda. Quello che posso dire è che notiamo una strana coincidenza: basta un incontro con i partner d'oltreoceano e la posizione cambia "leggermente". Le sanzioni però non sono un nostro problema, come ha più volte ribadito il nostro Ministro degli Esteri. Noi siamo degli spettatori che registrano esclusivamente i danni che stanno subendo le aziende italiane a causa di esse.
— E' evidente la difficoltà dei Paesi europei, Italia in primis, ad affrontare l'emergenza profughi. Dalla sua esperienza la Russia può fornire un supporto al Governo italiano?
— E' evidente il problema e sono evidenti le difficoltà nella gestione dei flussi migratori che stanno riscontrando Italia ed Europa. Flussi, peraltro, di cui conosciamo perfettamente la provenienza. Noi possiamo fare tanto, ad esempio tramite scambi di informazioni e di esperienze. Anche se nessuno ne parla, abbiamo avuto un milione di immigrati dall'Ucraina che sono stati accolti dalla Russia senza tanto clamore e con molta tranquillità. Tutti hanno ricevuto un'assicurazione sociale, posti dove vivere, un'occupazione. Insomma, possiamo dare qualche consiglio.
— E l'esperienza di interscambio Russia-Italia e Italia-Russia sta avendo successo?
— Molte regioni russe sono da tempo impegnate in processi innovativi che vedono coinvolte le imprese italiane. Come detto due anni fa dall'Ambasciatore d'Italia nella Federazione Russa Cesare Maria Ragaglini, lo slogan del "Made with Italy" costituisce la strada giusta. Conosco decine di esempi di aziende piccole, medie e grandi che hanno avuto successo in Russia grazie a questo approccio. Ho parlato più volte coi vertici della Pirelli, che esprimono vera soddisfazione per aver potuto impiantare le loro fabbriche in Russia: producono tanto, possono contare su una manodopera economica e hanno avuto la possibilità di aprire anche i mercati dei Paesi limitrofi. Stiamo assistendo in generale a un forte dinamismo nell'ambito della cooperazione: oltre alla Regione Lombardia anche il Piemonte, l'Emilia Romagna e il Veneto si stanno muovendo per chiudere accordi con le nostre Repubbliche. Diciamo che in particolare il Veneto, ultimamente, sotto la forte spinta del Governatore Zaia, sta lavorando con sempre maggiore vigore per stringere collaborazioni interregionali con la Federazione.
— La Russia è fortemente impegnata a diffondere la propria cultura e la propria lingua. Come si sta muovendo in questo senso il Consolato?
— Registriamo sempre maggiori richieste di studio della nostra lingua. Si tratta di un segnale che reputo importantissimo per la Russia. Abbiamo promosso corsi in numerose città italiane organizzati dall'Associazione Italia-Russia. A Milano, e non solo qui, contiamo poi su ottimi corsi a livello accademico.
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