In primo luogo non si può generalizzare il fenomeno, in quanto ogni persona che decide di emigrare in un'altra nazione, ha una storia passata, un motivo e soprattutto un progetto di vita futura diverso, e questo influenza decisamente anche il suo modo di vivere nella nazione che lo ospiterà.
Vorrei fare una premessa: l’italiano in Russia, così come più in generale una persona europea, viene considerata un cittadino straniero dalla società russa, e non un immigrato, ponendo quindi una differenza sostanziale fra i due concetti. Diciamo che la stessa differenza la applichiamo anche noi italiani con i russi che vivono nel nostro paese, infatti li consideriamo cittadini stranieri come un tedesco o un americano e non immigrati, ma non mi ero mai reso conto di questa distinzione ad essere sincero. A volte questo vale anche per le persone che provengono dalle ex repubbliche sovietiche; in ogni caso l’appellativo di cittadino straniero o immigrato viene dato prima di tutto in base al motivo per cui una persona ha deciso di emigrare in Russia.
Poi infine c’è un altro aspetto fondamentale che i russi valutano attentamente, ossia l’opinione che la persona straniera ha della Russia; badate bene non parlo di politica e quant’altro, bensì parlo di storia, del cibo, delle tradizioni, in poche parole delle persone russe. Questo in teoria dovrebbe essere automatico, in quanto la cultura, la storia e le tradizioni nazionali formano la persona che è nata in quel contesto geografico; ma come sappiamo in Europa a volte questo non accade. Tanto per fare un esempio pratico la Russia è la nazione europea con la più grande comunità musulmana, molto più grande di quella francese, tedesca o italiana, ma nonostante ciò qui musulmani e cristiani vivono nel rispetto reciproco e in serenità, in Europa invece come sappiamo c’è una tensione sociale molto elevata che in molti casi sfocia in aggressività e frustrazione.
Io credo che in Italia stiamo sbagliando molte cose, in primis bisogna chiarire che il problema immigrazione è un affare nazionale e non europeo, quindi dovremmo essere autonomi e prendere le nostre decisioni nell’interesse della nostra nazione e anche di chi vuole chiedere l’ospitalità; successivamente ben vengano idee, opinioni, progetti e valutazioni condivise a livello europeo, ma in prima battuta il problema è italiano per quel che accade nel nostro territorio.
Dopo un anno e mezzo di vita in Russia, sono giunto alla conclusione che il Governo Italiano non accoglie gli immigrati, ma fa solo dell’assistenzialismo, che è nocivo sia per gli immigrati che per gli italiani. Mi spiego meglio: dare medicine, cibo, un posto dove dormire gratuitamente agli immigrati credo che sia il primo errore che il Governo commette. Ai vostri figli (io ancora non ne ho), è stato insegnato che per ottenere qualcosa bisogna guadagnarsela, in poche parole sudarsela, meritarsela. Che cosa succederebbe se si regalasse tutto ciò che un bambino vorrebbe? Diventerebbe viziato.
Una persona può professare una religione diversa, la libertà religiosa è sancita dalla Costituzione, quindi ogni immigrato ha il diritto di pregare il suo Dio; detto questo però c’è un'altra legge, la n. 152 del 22 maggio 1975, che vieta ad ogni persona di coprire il volto con indumenti e ogni altro mezzo che ne rende difficile il riconoscimento, quindi è assolutamente ovvio che il burqa in Italia, così come veli simili e affini usati da alcune donne musulmane, sono da considerarsi illegali, e chi continua a raccomandarne o farne uso non vuole essere accolto, diventa un problema per l’Italia e non una risorsa. Un altro fattore che aiuta a chiarire chi è una risorsa e chi un problema, dovrebbe essere anche in Italia la lingua; l’italiano è non è una lingua facile (anche se considero il russo sicuramente più difficile dell’italiano), per questo chi decide di impararlo sta facendo uno sforzo ma con quale ragione? Se si tratta di un immigrato la ragione sta nel fatto che questa persona vuole comunicare con la società, vuole essere una risorsa. Io ad esempio ho scoperto la mia importanza qui a Chelyabinsk quando ho rotto la barriera della lingua e tutti hanno iniziato a capirmi. Anche alle conferenze alle quali ho preso parte, mi sono reso conto che i miei discorsi risultano più interessanti per via del fatto che parlo in russo e non in inglese, capite bene che l’enfasi, l’intonazione rendono le mie parole più avvincenti rispetto alla traduzione tramite auricolare, oppure dover spezzare un discorso dopo gin frase. Allo stesso modo io so che chi non ha voglia di parlare la mia lingua, ma preferisce parlare solo con i suoi connazionali non ha interesse a comunicare con gli italiani, e questo è un problema.
Non sono un esperto riguardo l’immigrazione, ed esprimo la mia opinione solo in funzione del fatto che vivono in un'altra nazione; però so che qui in Russia il problema degli immigrati non esiste anche se, e forse nessuno lo sa, la Russia è il secondo paese al mondo con 11 milioni di immigrati, e ripeto ha la più grande comunità in Europa di musulmani (circa il 10- 14% della popolazione). Credo che l’approccio che si è avuto in Italia è semplicemente sbagliato, e che bisogna prendere seri provvedimenti prima che diventi impossibile controllare sia il fenomeno immigrazione, sia gli effetti che esso produce.
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