Dal campo di battaglia ai social media. Dalla guerra vera e propria a quella dell'informazione. Il leader dell'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk (DPR), Alexander Zakharchenko, spiegava così, mercoledì 28 ottobre, il suo esordio su Facebook:
"Durante la tregua, le questioni di ricostruzione economica e politica si fanno pressanti. Se abbiamo meno guerra, abbiamo più politica. La parola diventa un'arma. La gente pone molte domande, che devono trovare risposta."
A dare entrambe le notizie, del lancio e dell'immediato blocco della pagina Facebook di Zakharchenko, è stata l'agenzia stampa internazionale del Donbass, DoniNews.
"Il blocco è avvenuto subito dopo la pubblicazione del mio appello agli ucraini in occasione dell'anniversario della liberazione del Paese dagli invasori nazisti [1945-2015]", ha spiegato ieri Zakharchenko, "è come se le mie parole avessero ferito il loro orgoglio, leso il loro onore e la loro dignità".
"È strano," ha aggiunto il leader della DPR, "perché nel mio appello ho deliberatamente evitato parole o termini che potessero causare una reazione da parte degli amministratori di Facebook".
Sul perché di una così rapida censura, Zakharchenko risponde:
"A mio parere, il messaggio è uno: Kiev teme non solo le forze del Donbass, ma anche le sue parole. Kiev ha dimenticato di che pasta siamo fatti: noi vinceremo anche questa battaglia dell'informazione".