Secondo un alto funzionario del ministero degli esteri russo, la Russia è preoccupata che il Consiglio di sicurezza ONU non ha reagito adeguatamente a queste informazioni, mentre Mosca insiste ora di iniziare un'indagine sull'uso di armamenti chimici da parte dei militanti dello Stato Islamico.
A detta del funzionario, "sono stati registrati molti esempi di uso di armi chimiche in Siria e in Iraq da parte di miliziani di ISIS".
Non è solo il cloro che è stato usato dallo Stato Islamico per scopi militari:
"ci sono prove contro l'ISIS sull'uso di vere armi chimiche, iprite e forse lewisite", ha aggiunto il diplomatico.
Al momento Mosca ha eliminato quasi il 92% del suo arsenale chimico, di cui le ultime unità saranno eliminate "non più tardi del 2020".