USA, proposto il blocco dei beni della televisione Russia Today

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Il quotidiano Washington Post ha pubblicato un articolo a cura di David Kramer, il quale ha proposto di congelare i beni della televisione Russia Today approfittando della sentenza della corte dell’Aja sul caso Yukos.

Il direttore del canale RT Margarita Simonyan è profondamente indignata da questo appello.

Washington Post ha pubblicato un articolo a cura di David Kramer, direttore per i diritti dell'uomo dell'americano Institute for International Leadership, che nel passato è stato vice segretario di Stato degli Stati Uniti. Kramer ha esortato a "congelare i beni del canale RT… sulla base di due sentenze del tribunale contro il governo della Russia, emesse nell'ambito del caso della società petrolifera Yukos.

"Siamo indignati da questo appello del funzionario americano e vogliamo che il giornale ci dia la possibilità di rispondere", — ha dichiarato Margarita Simonyan.

"Si tratta di una parte della vasta campagna contro RT che è in corso da parecchio tempo. Il Consiglio per i media internazionali (BBG) ci ha gia paragonati allo "Stato islamico", dichiarando che dobbiamo essere considerati un "agente straniero". Eppure quanto ha scritto sulle pagine del Washington Post l'ex segretario di Stato è davvero scioccante", — ha detto il direttore del canale russo.

Simonyan ha osservato che seguendo questa logica, per "far tacere la voce di RT, che da sola sta contrastando il coro dei "mainstream" media", sarebbe lecito usare qualsiasi pretesto.

Nel suo articolo Kramer ha scritto che "la confisca dei beni dell'ambasciata russa o del consolato di Washington, o in qualsiasi altra città, è impossibile in quanto sono protetti dall'immunità delle sedi diplomatiche", pertanto "restano ben poche possibilità di pretendere i beni della Russia, il che rende "appetibili" i beni della televisione Russia Today. In precedenza la Corte europea dei diritti dell'uomo obbligava la Russia a pagare agli ex-azionisti della società Yukos circa 1,9 miliardi di euro come risarcimento dei danni causati dalla violazione del loro diritto alla difesa in giudizio e ad un processo equo. In giugno Francia e Belgio bloccarono dei beni, considerati da questi paesi come beni della Russia, per rispettare la sentenza della Corte arbitrale dell'Aja che impone alla Russia di pagare un risarcimento complessivo di 50 miliardi di dollari. La Russia ha dichiarato che farà ricorso contro questa sentenza.    

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