Nei loro sforzi volti a stabilizzare la situazione in Medio Oriente, il segretario di Stato John Kerry e gli alleati europei di Washington in misura sempre maggiore contano su Russia e Iran, paesi che storicamente venivano accusati di destabilizzazione, scrive il giornale.
Dopo l'incontro di Vienna del "quartetto mediorientale" (UE, ONU, Russia e USA), i rappresentanti europei e americani hanno fatto capire che tutti i tentativi di risolvere la crisi in Siria, Iraq e Yemen saranno inutili, se questi sforzi non coinvolgono Mosca e Teheran.
Il capo della diplomazia europea Federica Mogherini ha dichiarato che Russia e Iran possono intraprendere dei passi per stabilizzare la situazione in Medio Oriente, se riusciranno a "sintonizzare" il presidente Assad e il governo della Siria sulla frequenza della transizione politica. Il segretario di Stato USA John Kerry, da parte sua, ha accolto positivamente la decisione della Giordania, che è uno dei principali alleati di Washington nella regione, di scambiare con Mosca e Teheran i dati di intelligence e di coordinare con Russia e Iran le sue azioni militari. Questa decisione, ha detto Kerry, "può giovare a tutte le parti".
L'inclusione di Mosca e Teheran nel dialogo che viene sviluppato da Washington e Bruxelles può anche significare che l'equilibrio di potere in Medio Oriente si sta spostando, osserva Wall Street Journal.