Austria, Germania, Lussemburgo, Spagna e Svezia, i soli Stati ad avere dato effettiva disponibilità ad accogliere i primi trasferimenti, hanno comunicato infatti a Bruxelles di non potere al momento riceverne altri.
La stima fatta dai tecnici della Commissione UE per ottemperare a quanto previsto dal piano, ossia il ricollocamento di 40mila persone in due anni, richiederebbe la disponibilità di almeno 1.500 posti al mese da parte degli Stati, cifra ben lontana dalle poche centinaia di migranti trasferiti in questo primo mese.
Nel frattempo la situazione già critica del confine sloveno si complica per le prime intemperanze dei migranti arrivati a Brezice, dove alcune tende di un campo di prima accoglienza sono state date alle fiamme per l'esasperazione causata dalle lunghissime attese nelle procedure di registrazione e dalla mancanza di beni di primissima necessità.
Da sabato scorso sono arrivate in Slovenia almeno 35mila persone, con il picco raggiunto ieri. Secondo le autorità di Lubiana, nelle ultime 24 ore hanno fatto ingresso nel Paese 12.600 migranti, cifra di gran lunga superiore alle oltre 10mila entrate in Ungheria lo scorso 23 settembre, giorno in cui si era registrato il record di accessi dall'inizio della crisi migratoria sulla rotta balcanica.