La bufala lanciata dai media occidentali, citando fonti anonime del Pentagono relativa alla presunta caduta di missili russi in Iran è emblematica della difficile posizione in cui la Marina russa ha messo gli Stati Uniti sia a livello regionale che globale, scrive l'ex collaboratore dei servizi segreti della Marina americana Scott Ritter nel suo blog per l'Huffington Post.
La Russia e l'Iran hanno smentito la notizia secondo cui alcuni razzi lanciati dal Mar Caspio non hanno raggiunto i target in Siria, dopo che gli Stati Uniti non hanno fornito alcun elemento di prova che potesse confermare le dichiarazioni delle "fonti".
Anche se fossero caduti i razzi, scrive l'analista, per una serie di ragioni sarebbe stato un fatto ordinario non degno di attenzione da parte dei media. Per esempio, durante la guerra del Golfo, i missili americani "Tomahawk" hanno colpito gli obbiettivi nell'85% dei casi. Tuttavia la "palese propaganda antirussa" lanciata dal Pentagono, in realtà colpisce il prestigio degli Stati Uniti, scrive Ritter.
In primo luogo, secondo l'analista, con queste notizie infondate il Pentagono sta cercando di convincere l'opinione pubblica che i missili russi non funzionano come dichiarato. La Russia ha infranto il monopolio USA sulle armi capaci di colpire bersagli con grande precisione ad una distanza di 1500 km, pertanto al Pentagono piacerebbe molto sminuire questo successo tecnologico militare.
In secondo luogo gli Stati Uniti stanno cercando di rappresentare la situazione come se i missili russi caduti avessero colpito intenzionalmente l'Iran, per innescare un conflitto tra Mosca e Teheran. Nel 2003 gli Stati Uniti si erano trovati in una situazione simile, comunque, dice Ritter, a differenza di Washington, la Russia ha ottenuto il permesso non solo dell'Iran, ma allo stesso tempo interagisce con i militari iraniani, iracheni e siriani nella pianificazione ed esecuzione degli attacchi.
L'autore mette in evidenza come la Russia abbia offerto agli Stati Uniti di coordinare le operazioni militari in Siria e Iraq tramite il nuove centro informativo di Baghdad, tuttavia gli americani si sono rifiutati categoricamente. Di fatto i russi controllano tutto lo spazio aereo siriano, dice Ritter, e potrebbero dettare i tempi agli Stati Uniti e alla coalizione da loro guidata i tempi per gli attacchi aerei in Siria. Washington, in questa situazione, non ha motivazioni giuridiche per protestare contro le azioni della Russia.
Ma il vero colpo al prestigio degli USA l'analista lo attribuisce al fatto che nella crisi siriana oggi tutte le carte sono nelle mani della Russia. Mentre gli Stati Uniti stanno cercando una linea coerente in Siria, la Russia insieme con Damasco e Teheran realizza efficacemente il suo piano, conclude Ritter.