I magistrati hanno stabilito che a prescindere da chi legge la corrispondenza, sia uomo o sia robot, c'è una violazione della riservatezza della corrispondenza.
Gli esperti legali hanno sottolineato che i giudici hanno deciso di rivalersi contro "chi è più vicino", non con la casa madre americana "Google".
Gli esperti interpellati dal giornale ritengono che "Google" cercherà in tutti i modi di impugnare la sentenza e portare la causa fino alla fine, dal momento che la tecnologia della pubblicità di contesto è la principale fonte di profitto.
"Google" è stata ripetutamente accusata di leggere la corrispondenza privata, ma la società è sempre riuscita a difendersi, sostenendo che i contenuti vengono analizzati da robot e terze parti non ottengono i dati personali degli utenti.