Eni realizza la maggiore scoperta di idrocarburi del Mediterraneo, e la seconda della sua storia dopo quella del 2012 nel mare del Mozambico. Il giacimento di metano copre un'area di circa 100 chilometri quadrati con potenziali risorse fino a 850 miliardi di metri cubi di gas (5,5 miliardi di barili di olio equivalente). Ma le prime proiezioni potrebbero essere in difetto.
Si tratterebbe, quindi, di un giacimento anche più grande di Leviathan, situato al largo delle coste di Israele e stimato intorno ai 620 bcm. Quest'ultimo era ritenuto, finora, il maggiore giacimento di gas del Mediterraneo.
La perforazione potrebbe essere avviata già nel 2016. Potrebbe garantire dai 65 agli 8 milioni di metri cubi di gas al giorno.
Di certo, la scoperta darà subito fiato ai conti e al morale dell'Eni, messi alla prova dal crollo dei prezzi petroliferi, dimezzati in un anno e ai minimi da sei.
La scoperta "farà aumentare di un terzo le riserve del Cairo — secondo il portavoce del ministero del Petrolio egiziano, Hamdi Abdul Aziz — e contribuirà grandemente alla realizzazione del piano energetico nazionale che prevede di conseguire l'autosufficienza entro cinque anni".
In un'intervista a La Stampa, l'ad di Eni, Descalzi, si dice convinto che "L'Egitto, in una fase in cui iniziava a importare gas da fornitori come Russia e Algeria, con la messa in produzione del gas di Zohr, diventerà autonomo e libererà gas aggiuntivo per le importazioni degli altri Paesi. L'Egitto diventa un Paese indipendente nell'energia. Per loro è fondamentale, e anche per l'Europa, perchè da più sicurezza e stabilità geopolitica per tutti, dato il ruolo che l'Egitto ha nella regione".
"Un quantitativo rilevante, prosegue il numero uno del cane a sei zampe, ma sempre di completamento, potrebbe arrivare direttamente in Italia, via nave, tramite l'impianto di liquefazione di Damietta. Con questa scoperta, che porterà l'Eni a raddoppiare la produzione egiziana (200mila barili di petrolio equivalente al giorno) potremmo in futuro riempire l'impianto di Damietta e imbarcare il gas al rigassificatore di Panigaglia, o altrove". Ma "il nuovo gas andrà soprattutto al mercato domestico locale, con prezzi ben definiti e scollegati da quelli del petrolio, oggi al minimo da sei anni".
Per Descalzi "fra qualche mese potremo avere la licenza di sviluppo e produzione: l'anno prossimo faremo i primi pozzi, e tutte le condotte che servono per il trasporto". E già s'intravedono guadagni elevati: "Quel gas ha ottime proprietà: è metano, povero di condensati, di anidride carbonica e di zolfo. Potremo fare i pozzi rapidamente e con caratteristiche di produttività altissime: anche perchè il giacimento si trova molto vicon al nostro centro tarttamento gas di El Gamil, nella zona di di Port Said dov'è sito anche l'impianto di Damietta. Qui c'è da spendere molto meno che in mozambico", conclude l'ad di Eni.
L'Egitto potrebbe quindi, grazie a questa scoperta, rafforzarsi anche politicamente e giocare un ruolo decisivo in un punto strategico dello scacchiere internazionale. L'indipendenza energetica potrebbe rendere il Paese maggiormente autonomo dalle politiche degli Stati Uniti, pù protetto dall'instabilità che reca con sé l'Isis, e garantire, allo stesso tempo, un rapporto di reciproca convenienza con la Russia, il cui mercato in Europa non sembrerebbe mutare di molto, dalle prime indiscrezioni.
Ma ogni ipotesi di modifica sullo scenario geopolitico globale sarà verificata dal corso della storia, che procede a ritmi incessanti, senza dimenticare che la forse epocale notizia giunge dopo i rumors della settimana scorsa su un giacimento di gas naturale che, secondo uno studio della Riverstone, multinazionale legata al Qatar, sarebbe presente nel sottosuolo delle Sardegna, e che potrebbe fornire risorse energetiche da qui ai prossimi 300 anni.