Agosto può trasformarsi in un mese di transizione che ci preparerà agli eventi dell'autunno e dell'inverno. È possibile che nei prossimi mesi prendano il largo i fattori indicanti una nuova crisi finanziaria mondiale, ritengono gli analisti di "Vesti".
№1. Il crollo del mercato azionario in Cina
Il crollo del mercato azionario in Cina viene già paragonato con il crack del 1929 negli Stati Uniti: il crollo del mercato azionario cinese minaccia l'economia mondiale di conseguenze altrettanto gravi a quelle della "Grande Depressione" alla fine degli anni '20.
№2. L'economia USA si avvicina alla recessione
Viene indicato non solo dai dati macroeconomici, ma dai bilanci delle imprese. Le previsioni di crescita del PIL statunitense non si sono realizzate: l'economia USA si è fermata ad una crescita del 2% contro il 2,3% previsto. Si riducono i profitti delle corporation "giganti" dell'economia statunitense: "Exxon Mobil" e "Chevron". L'utile della "Exxon" è sceso del 51%, il peggior risultato del trimestre dal 2009, mentre l'utile della "Chevron" su base annua è crollato del 90%, scrivono gli analisti di "Vesti".
№3. Il FMI non prenderà parte al salvataggio della Grecia
Le probabilità di una "Grexit" crescono nuovamente; il FMI ha deciso di non concordare il nuovo programma di prestiti per i prossimi mesi. Così i fondi non potranno essere stanziati prima dell'inizio del prossimo anno.
№4. Stop della crescita dell'indice "S&P 500"
L'indice S&P 500 include 500 società statunitensi a maggiore capitalizzazione secondo l'agenzia "Standard&Poor's". Nel corso degli ultimi 6 anni lo S&P 500 è cresciuto e la fine di questa tendenza può segnalare agli investitori il momento di vendere gli asset e capitalizzare. Secondo la "Goldman Sachs", ci si può aspettare un calo dello S&P 500 pari allo 0,7% entro i prossimi 2 mesi, rilevano gli analisti di "Vesti".
№5. A luglio calo dei prezzi del petrolio del 20%
Luglio è stato il mese peggiore per il petrolio dall'ottobre del 2008 e questo declino può divenire un altro segnale dell'avvicinamento della crisi globale, segnala "Vesti".
№6. La debole dinamica del mercato dei metalli
Il leader indiscusso del calo delle materie prime ("commodities") è il petrolio, tuttavia si nota un drastico calo delle quotazioni dei metalli preziosi: lo indica il "Bloomberg Commodity Index", sceso ai minimi degli ultimi 13 anni. Si ha l'impressione che l'oro abbia trascinato l'indice al minimo, ma ci sono materie prime che quest'anno sono andate molto peggio del metallo prezioso per antonomasia, rileva "Vesti".
№7. L'Italia sulle orme della Grecia
№8. Il default di Portorico
Porto Rico, Stato legato al governo USA, ha saltato il pagamento sul rimborso del suo debito pari all'importo di 58 milioni di dollari. Portorico non può dichiarare default, in quanto non è uno Stato indipendente. Secondo il presidente USA Barack Obama, anche se avrà gravi conseguenze per il sistema finanziario nazionale, Washington non salverà il Paese centro-americano come è stato fatto con la Grecia.
№9. L'economia del Canada in recessione