Le dichiarazioni del funzionario americano sono a metà tra un gioco diplomatico e l'ipocrisia. Subito dopo gli eventi celebrativi di Pechino in occasione del 70° anniversario della vittoria della resistenza cinese contro l'aggressione giapponese, il presidente cinese Xi Jinping effettuerà un tour di visite nel Paese. È chiaro che la partecipazione di unità militari americane alla parata militare di Pechino avrebbe creato un quadro più favorevole per il suo viaggio. Finora, a giudicare dalla risposta di Mark Toner, Washington non è disposta a parlarne. Eppure gli Stati Uniti, come la Cina, hanno contribuito alla vittoria sul Giappone nel Pacifico.

Nel frattempo è apparsa una nuova versione sulla possibile visita di Shinzo Abe a Pechino ai primi di settembre. Non se ne sarebbe parlato senza un invito della parte cinese, sottolinea Valery Kistanov, esperto dell'Istituto dell'Estremo Oriente:
"l'altro giorno sulla stampa giapponese era uscita la notizia secondo cui Abe potrebbe seguire l'esempio di Angela Merkel. Era arrivata a Mosca il 9 maggio, il giorno successivo aveva avuto un incontro a due con Putin. Si dice che Abe arriverà a Pechino non il 3 settembre per partecipare alla parata militare e alle celebrazioni, ma successivamente per incontrare Xi Jinping. Dietro a tutto questo c'è la mancanza di volontà del Giappone, degli Stati Uniti e degli altri Paesi occidentali di rendere omaggio alla Cina per il suo contributo alla sconfitta sul Giappone militarista. Soprattutto perché nelle celebrazioni di Pechino ci sarà il presidente russo Vladimir Putin."

Secondo il direttore del dipartimento per l'Economia mondiale e lo Sviluppo dell'Istituto di Ricerca cinese di Studi Internazionali Jiang Yuechun, "Shinzo Abe probabilmente non parteciperà alle celebrazioni di Pechino del 3 settembre. Anche se venisse alla parata militare di Pechino, non significherebbe un cambiamento della posizione del Giappone. Nei libri di testo di storia giapponesi c'è ancora la formulazione "Giornata del ricordo della fine della Seconda Guerra Mondiale". Il Giappone non vuole ammettere di essere stato sconfitto durante la guerra, non vuole riconoscere la sconfitta militare subita dal popolo cinese. I giapponesi credono di aver perso la guerra contro gli americani. Per questo celebrano il 15 agosto "il giorno della fine della guerra". Si tratta solo della fine della guerra, non c'è alcun riferimento sulla sconfitta. Così l'interpretazione di questo periodo storico e l'atteggiamento del Giappone non hanno subito alcuna modifica".
Mentre ci avviciniamo alla parata militare del 3 settembre in Piazza Tiananmen, il tema della presenza degli ospiti stranieri sarà un indicatore dei loro rapporti con la Cina, un segnale sul riconoscimento del contributo cinese alla vittoria sul nazifascismo e sul militarismo. Recentemente il Cremlino aveva confermato che il presidente russo Vladimir Putin sarebbe stato presente alle celebrazioni di Pechino. Allo stesso modo ci saranno i leader dei Paesi dell'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (SCO) partner della Cina.