Dodici miliardi di euro di tagli alla spesa e nuove entrate fiscali, per l'Unione Europea riforme, da completare nei prossimi due anni.
Naftemporiki, altro quotidiano greco, riferisce delle proposte fiscali, che prevederebbero un aumento delle imposte sulle società al 28% dal 26%, un aumento dell'Iva sui beni di lusso dal 10 al 13%, sui prodotti alimentari trasformati, ristoranti, trasporti e alcuni servizi sanitari offerti dal settore privato dal 13 al 23%, per gli hotel al 13 dal 6,5%. Le isole greche dovrebbero tuttavia continuare a godere delle agevolazioni fiscali che i creditori internazionali avrebbero voluto che fossero cancellate.
La proposta greca è attesa a Bruxelles a fine giornata. Successivamente sarà oggetto di valutazione da parte dell'Eurogruppo, convocato con ogni probabilità sabato. Sullo sfondo, resta l'esigenza di ristrutturare il debito, per la quale spingono sia il Fmi che la Casa Bianca, in cerca di soluzioni definitive alla crisi ellenica.
A tal proposito, un portavoce ricorda che la Commissione è al momento impegnata nella "valutazione delle esigenze finanziarie e della sostenibilità del debito come da mandato dell'Esm ieri".
Le proposte di oggi vanno quindi viste come il tentativo di strappare un prestito-ponte in attesa di chiudere il negoziato con i creditori, un'ipotesi finora respinta dai partner.
Intanto, il mondo finanziario si prepara alla ristrutturazione del sistema del credito, che dovrà procedere di pari passo con il salvataggio del Paese. Alcune grandi banche dovranno fondersi tra loro per sopravvivere alla crisi. Delle quattro grandi istituzioni (National Bank of Greece, Eurobank, Piraeus e Alpha Bank) ne potrebbero rimanere due.