Prosegue la feroce risposta all'offensiva governativa nigeriana del gruppo terroristico Boko Haram, che già all'indomani dell'insediamento del neopresidente Mohamed Buhari aveva promesso di intensificare le attività nel nord del Pese, dilaniato da mesi di attentati, rapimenti e brutali esecuzioni. Particolarmente significative le modalità dei recenti attentati portati nelle regioni settentrionali nigeriane.
Di questa mattina la notizia di una bambina, intorno ai dodici anni secondo i testimoni sopravvissuti all'attentato, che si è fatta esplodere ieri in un mercato di Gujba, nello stato di Yobe nel nord est della Nigeria. La baby kamikaze ha provocato la morte di almeno 10 persone.
"La ragazzina è entrata nel mercato — ha riferito il congiunto di uno dei feriti — ed è andata diretta nella zona dei cereali, azionando gli esplosivi in mezzo ai commercianti e clienti".
Queste modalità non sono peraltro nuove per Boko Haram che solo negli ultimi 3 giorni ha messo a segno altri due attentati con bambine kamikaze. Nella giornata di lunedì altre due ragazzine si erano fatte esplodere a Maiduguri, città da cui ha preso il via il contagio di Boko Haram ai danni del nordest della Nigeria. A causa delle due esplosioni, avvenute alle porte di una moschea della città, sono morte almeno 30 persone.
Timore degli analisti è che in questa fase i terroristi di Boko Haram stiano usando come bombe umane alcune tra le centinaia di donne ragazze e bambine rapite in questi mesi di sanguinose scorribande nei villaggi nigeriani.