All'ottimismo degli ultimi due giorni, caratterizzati da quella che gli analisti europei hanno definito "l'offensiva tedesca", ancora una volta si contrappongono oggi scenari pessimisti. Con la decisione di saldare l'intero debito con FMI in un'unica soluzione, ipotesi indirettamente accettata dal Fondo che si è richiamato ad una decisione analoga assunta negli anni '70, Atene torna a spaventare l'Europa ed i mercati.
"Le proposte presentate (dai creditori) aumenterebbero la povertà e la disoccupazione mentre serve una immediata convergenza verso proposte più realistiche"
Questo un passaggio della nota diffusa dal ministero delle Finanze ellenico. Come apparso con sempre maggiore chiarezza nel corso di questi mesi, Tsipras si trova ormai costretto a giocare la partita su due tavoli: quello di Bruxelles con i partner e le istituzioni europee da una parte, e quella delicatissima tutta interna con il suo partito e gli equilibri del suo giovane governo.
Non è un caso se proprio ieri il vicepresidente del Parlamento di Atene definiva "inevitabili" le elezioni anticipate in Grecia.
"O continuiamo con questi negoziati in fase di stallo — ha dichiarato Alexis Mitropoulos ai microfoni di Skay — oppure chiediamo alla gente da che parte dobbiamo andare".