- Luca, che cosa ti ha spinto a fare questo viaggio così complesso?
- "Mi ha spinto il desiderio di capire soprattutto il punto di vista non dei governi, ma della popolazione. Con questo viaggio importante ho potuto avere un'impressione molto precisa su cosa pensa la popolazione del Donbass nelle zone controllate dalle forze di Kiev, cosa pensano e come vivono i soldati che ho incontrato".
- E come ti ha accolto la capitale ucraina, Kiev? C'è ancora lo spirito di Euromaidan?
- "No, non ho sentito più questo spirito, anche se naturalmente a Maidan ci sono delle fotografie delle persone morte e cosi via. Kiev è una grande capitale dove si vede un certo benessere. Quando sono arrivato a Kiev, ho subito capito che per comprendere l'Ucraina in questo momento non serve Kiev, ma bisogna andare nelle piccole città e paesi per incontrare la gente. Per questo motivo sono poi andato nel Donbass. In questo momento ho avuto la sensazione, che l'Euromaidan sia rimasto un sogno, che l'Europa sia ancora molto, molto lontana e la guerra faccia ancora tanti morti".
- Come hai trovato invece la regione del Donbass? Gli accordi di Minsk funzionano?

- Hai detto che hai avuto modo di parlare con la gente comune. Quali sono le loro speranze? Come pensano di uscire da questo lungo conflitto?
- "Il sindaco di Artyomovsk, le persone, i rifugiati scappati da Donetsk che ho incontrato, tutti loro mi hanno detto: "a noi della Repubblica popolare di Donetsk e di Lugansk non importa nulla", se la vogliono, la tengano. L'unica cosa che vogliono è la fine di questa guerra e la pace."
- Sei riuscito a trovare la verità sulla guerra civile in Ucraina e ottenere tutte le risposte alle domande che ti ponevi prima del tuo viaggio?
- Pensi di tornarci di nuovo per completare questa ricerca?
